Nascita di un segno
Una magica intuizione, negli anni'60, ha portato la mia ricerca ad occuparsi del segno e, direi che, il caso da un lato e la perseveranza dall'altro, hanno premiato questa intuizione, cosi che numerose possibilità mi hanno aiutato a scoprire altre storie e altri inganni. Considero infatti "l'inganno percettivo" come la base di tutta la mia ricerca che, malgrado tutto, continua anche oggi. Malgrado tutto perchè si muove in percorso contrario, anzi in opposizione a quello che persegue la cultura dominante. La storia dell'ellisse, nata e indagata in modo non del tutto razionale, anzi con buona parte d'incoscienza, non è di per se molto interessante; affascinante diventa, invece, il suo porsi sul piano e quindi nello spazio visivo.
Per diciotto lunghi anni ho intessuto rapporti concreti con la pagina bianca, dove il segno, obbediente soltanto ad un gioco mentale, si verificava quasi sempre attraverso la legge del "grande contrasto".
Se in un primo tempo, un esile ma persistente filo di nylon ne scandiva come un metronomo i tempi di lettura, in un secondo tempo esso venne sostituito da una retta spezzata, alle volte anche in più parti, che, diciamo così, ne rappresentava la proiezione stabile. Da qui, attraverso un abile impaginato, sono approdato allo "spazio ambiguo", sorta di trompe-l'oeil con carattere costruttivista. Il segno era ricevuto in questa costruzione "impossibile" e vi abitava stabilmente.
Per diciotto lunghi anni ho intessuto rapporti concreti con la pagina bianca, dove il segno, obbediente soltanto ad un gioco mentale, si verificava quasi sempre attraverso la legge del "grande contrasto".
Se in un primo tempo, un esile ma persistente filo di nylon ne scandiva come un metronomo i tempi di lettura, in un secondo tempo esso venne sostituito da una retta spezzata, alle volte anche in più parti, che, diciamo così, ne rappresentava la proiezione stabile. Da qui, attraverso un abile impaginato, sono approdato allo "spazio ambiguo", sorta di trompe-l'oeil con carattere costruttivista. Il segno era ricevuto in questa costruzione "impossibile" e vi abitava stabilmente.
Ermanno Leinardi