Colore e scelta dello stesso
Il colore esiste sempre in funzione di un altro colore. “Come faccio a sapere se un blu va bene vicino ad un giallo se non lo provo?” (Henri Matisse).
Vi sono numerose teorie sul colore, anche perché molti artisti vi hanno dedicato il loro tempo e studio. Bisogna dire che il colore sfugge alle regole e che ogni artista si appropria della tecnica coloristica più consona al momento.
Molti studiosi, anche recentemente, sono riusciti a dare una misurazione del colore da un punto di vista fisico ed alcuni di essi si sono spinti anche a cercare una ragione storica e psicologica dell’uso del colore.
Forma e colore
Johannes Itten nel suo bellissimo libro “L’arte del colore” chiama in causa, nella storia del pensiero occidentale, il rapporto tra forma e colore, nel senso che facendo riferimento ai tre colori base che sono il blu, il giallo e il rosso, a ognuno di essi assegna una forma geometrica che ci riconduce all’uso del colore per esempio nella gerarchia ecclesiastica.
Assegna al giallo la forma triangolare, e precisamente il triangolo isoscele, i cui tre angoli sono di eguale gradazione ed il riferimento va al concetto di Santissima Trinità, il Padre ,il Figlio e lo Spirito Santo. La chiesa cattolica ha collocato questa icona nella sfera della luce divina e quindi oro-giallo, che rappresenta il massimo della potenza e quindi della luce. Triangolo uguale giallo.
Il colore rosso sposa la forma circolare perché fa riferimento alla goccia del sangue dei martiri, che hanno vivificato la storia della religione cattolica con, alle volte, il contributo della propria esistenza. Colore rosso uguale cerchio.
Per quanto concerne il blu esso si identifica con il quadrato, perché per lunghissimo tempo il mare è stato ritenuto superficie quadrata disponibile ad essere solcata in tante direzioni e quindi libera da confini. Blu uguale quadrato, che vuole dire possibilità di convivenza con altre entità in un’osmosi di validità sociale.
Nella storia dell’opera degli artisti vi sono state sempre personalità che hanno prediletto la forma ed altre il colore. Facciamo un esempio per tutti: la rivalità tra due grandi artisti, Picasso e Matisse, il suo gran rivale.
Il colore e la struttura del quadro
Siccome il colore sfugge alla catalogazione, e quindi a un parametro di valutazione ben definito, la critica di questi ultimi anni si è rivolta piuttosto alla struttura dell’opera, favorendo i parametri compositivi. Evidentemente è un modo parziale per affrontare il problema dire che un rosa è decorativo è limitativo di un valore. Gauguin ha usato il rosa e così Paolo Uccello e Piero della Francesca. Per non parlare nei tempi più recenti di Lucio Fontana, questi ed altri artisti ne hanno esaltato le possibilità sconvolgendo addirittura i piani e la struttura del quadro.
La dimensione del colore
Determinante è anche la dimensione del colore usato, che spesso induce a perpetrare degli autentici disastri se non si tiene conto della giusta misura. Considero personalmente, estremamente pericoloso trarre spunto da un lavoro di piccole dimensioni per ingrandirlo magari 10 volte; il colore va pensato nella dimensione 1:1.
Il colore "astratto" di Piero della Francesca
Il colore è un eccellente mezzo di comunicazione; spesso gli artisti se ne servono per trasmettere reconditi significati. Piero della Francesca, che viene considerato dai pittori moderni il più astratto, è colui che trova maggiore risonanza nella coscienza artistica moderna. Ha usato un colore privo di emozioni, perfettamente in simbiosi con quel suo particolare bisogno di introdurci in uno spazio spirituale in cui le creature reali vivono immerse in una luce di eternità, dunque un colore sereno, geometrico, astratto appunto.
Piet Mondrian: armonia tra forma e colore
Un altro artista, la cui opera è molto importante nel divenire dell’arte contemporanea, è Piet Mondrian (1872-1944). L’idea di Mondrian è di estrema chiarezza, egli si è valso per le sue opere di due parametri espressivi elementari: il contrasto di proporzioni e il contrasto di colori puri.
Tra quadrato, cerchio e triangolo ha scelto il quadrato, cioè una forma creata da elementi verticali e orizzontali, ha ottenuto per le superfici così create dei rapporti spaziali che danno vita autonoma e singolare a queste parti del quadrato. Ha dimostrato, con il suo lavoro, che piccole porzioni di forme possono imporsi con grande rilievo entro il dipinto in base alla posizione assunta.
Per rendere armonica tutta la superficie del quadrato scelto egli ha usato le singole forme scaturite dalla divisione del quadrato, a modo di dare importanza eguale ad ogni forma, cosicché nell’insieme risultasse un’armonia.
Una piccola zona azzurra equilibra una grande zona grigia; una zona gialla equilibra una grande zona rossa, ecc. Il quadrato, essendo stato scelto come elemento non prevaricatore tra un lato e l’altro non deve essere, per Mondrian, altrettanto equilibrato, da un punto di vista del colore, avendo scelto i tre colori base, il rosso, il giallo, il blu, ne usa con attenzione estrema alla dimensione, a modo di non prevaricare una forma sull’altra.
Il pittore stesso ha così dichiarato:
“La vita dell’uomo colto di oggi si distacca a poco a poco dalla natura, per diventare sempre più astratta. Poiché le cose naturali (esteriori) diventano sempre più automatiche, gli interessi vitali si rivolgono sempre più all’interiorità. La vita dell’uomo veramente moderno non è soltanto materiale o soltanto emotiva; si presenta come una forma di superiore autonomia dello spirito umano divenuto più cosciente di sé”.