Giulio Carlo Argan - 1969
Per Leinardi, e per altri pochi, il lavoro dell'artista è un lavoro di ricerca, il cui ambito naturale è la scuola.
Il metodo della ricerca è anche il metodo dell'insegnamento. Le opere di Leinardi si potrebbero ordinare come i capitoli o i paragrafi di un trattato: l'argomento dei quali, come ha spiegato con la massima chiarezza Corrado Maltese, è la possibilità di equilibrio e, al limite, di assoluta identità del concettuale e del visivo.
Quando l'identità viene raggiunta, non v'è più spazio per una interpretazione, ma solo per una verifica: infatti l'immagine, come prodotto di un processo metodologicamente rigoroso, ha esaurito nel suo prodursi tutte le possibili ipotesi critiche.
Si può discutere all'infinito sul significato simbolico o sul contenuto semantico dei pochi segni che ricorrono, costanti,nelle opere di Leinardi: il fatto importante è che il segno sia anche, e simultaneamente, simbolo e oggetto, e si qualifichi,a parità di valore, come fatto grafico, coloristico, plastico.
La relativa costanza morfologica e iconica si spiega osservando che il significato, la configurazione stessa dei segni dipendono dalla loro situazione nell'impaginato del quadro, cioè dal loro rapporto col campo.
E del campo, che appare unito e compatto, è spesso presentato un campione a fortissimo ingrandimento, come veduto nel tondo di una lente. Se ne discerne allora il tessuto o la maglia, dalla cui varietà di tracciato o di reticolo dipende il diverso magnetismo dei campi e, per conseguenza, la diversa figura, la dislocazione, l'orientamento dei segni. Solo a questo punto l'immagine si dà come un sistema.
Infine l'analisi rigorosamente sperimentale di Leinardi, ha per oggetto quelle che potremmo chiamare le microstrutture della visione.
Giulio Carlo Argan – 1969
Appunti per una biografia di Giulio Carlo Argan a cura di Claudio Gamba
Giulio Carlo Argan (Torino 17-05-1909 – Roma 12-11-1992) è stato uno dei maggiori critici d’arte del Novecento. Negli anni Venti vive a Torino dove si dedica dapprima alla pratica della pittura (frequenta la scuola di Casorati e lo studio del futurista Fillia), entra a far parte dell’ambiente culturale gobettiano e si forma all’Università con Lionello Venturi, ricevendone l’esempio di una critica di impostazione crociana, ma estesa anche all’arte contemporanea. Si interessa soprattutto di architettura e di storia della critica d'arte: nel 1930 esordisce con gli articoli Palladio e la critica neoclassica e Il pensiero critico di Antonio da Sant’Elia; nel 1931 si laurea con una tesi su Sebastiano Serlio. Pubblica articoli e recensioni su - La Cultura, L'Arte, Casabella, e scrive numerose voci per l'Enciclopedia Italiana e il Grande Dizionario Enciclopedico UTET. continua