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Germano Beringheli – 1985

Ci sono due modi differenti di leggere l’arte di Ermanno Leinardi affidata a pochi “poveri” segni e al loro comportamento di relazione con la superficie – spazio nel quadro – la prima, quella che anch’io preferisco, vede nelle O e nelle rette o nei segmenti attivi che Leinardi fa muovere nello spazio, gli strumenti per un sondaggio strutturale della relazione formale di una immagine sospesa nello spazio.

La seconda, più letteraria o simbolica, obbedisce alla logica della poesia.
E’ un grande critico, il francese Michel Seuphor, a darcene la chiave: ci troviamo di fronte ad uno “spettacolo” sensibile e rarefatto, ricco di leggero humor nel corso del quale la linea retta fa danzare lo zero in un gioco discreto e delicato.

Le due interpretazioni differenti tuttavia non divergono.

Sul filo di una logica lucidissima, persino di tipo filosofico-transazionale, i processi di organizzazione del “campo” e di ciò che lo definisce possono essere, nell’ambito della nostra assunzione percettiva, maledettamente seri e divertenti. Un filo di ironia potrebbe inoltre cogliersi, e in molti l’hanno avvertito, nel constatare che anche la logica più seriosa può essere divertente.



Ermanno Leinardi 1985 - costruzione ambigua a fondo grigio - acrilico su tela cm 40 x 40
1985 costruzione ambigua a fondo grigio
acrilico su tela cm 40 x 40